Se vi state chiedendo se la miniserie Adolescence, disponibile su Netflix, sia ispirata a eventi reali, i creatori Jack Thorne e Stephen Graham, che recita anche nel progetto, hanno fornito chiarimenti in merito. La domanda è più che legittima, considerando l’impatto emotivo che la trama riesce a suscitare, evocando situazioni che possono colpire chiunque. La narrazione si concentra su una famiglia il cui equilibrio viene stravolto dall’accusa di omicidio nei confronti del tredicenne Jamie, interpretato da Owen Cooper, accusato di aver ucciso la coetanea Katie con un coltello.
La miniserie, composta da quattro episodi, analizza come sia potuto accadere un simile evento. Ogni puntata si concentra su un aspetto diverso del delitto, partendo dal giorno dell’arresto di Jamie, passando per le interazioni con i compagni di scuola, fino a una seduta con la psicologa per esplorare il comportamento del ragazzo. Il finale si concentra sulla famiglia di Jamie. Nonostante l’intento di avvicinare il pubblico alla vicenda, Thorne e Graham hanno sottolineato che il crimine non è tratto da una storia vera. Tuttavia, hanno rivelato che l’idea è stata influenzata dall’aumento degli attacchi con coltelli registrati nel Regno Unito negli ultimi anni.
Il contesto sociale di Adolescence
Secondo un report dell’Office for National Statistics, i crimini commessi con armi da taglio in Inghilterra e Galles sono raddoppiati nell’ultimo decennio. A marzo 2023, il Ministro della Giustizia ha riferito di oltre 18.000 condanne o ammonizioni in un solo anno, con il 17,3% degli autori di tali attacchi tra i 10 e i 17 anni. Durante l’evento Tudum organizzato da Netflix, Graham ha evidenziato che uno degli obiettivi di Adolescence è quello di interrogarsi sulle dinamiche che influenzano le nuove generazioni, in particolare la pressione derivante da piattaforme digitali e social media.
Questi strumenti, se utilizzati in modo appropriato, possono facilitare l’accesso a informazioni preziose e connessioni globali. Tuttavia, negli ultimi tempi, si sono trasformati in focolai di odio e aggressività, manifestati sia online che offline. La miniserie affronta le conseguenze di un uso irresponsabile dei social, evidenziando fenomeni come il bullismo, sia cyber che tradizionale, e il sessismo. Questi comportamenti hanno portato alla diffusione della manosfera, un termine che descrive comunità online che promuovono la misoginia e la supremazia maschile, e degli Incel, uomini che si dichiarano “celibi involontari” e incolpano le donne e il femminismo per la loro condizione.
Riferimenti alla manosfera e agli Incel
La miniserie menziona anche figure come Andrew Tate, noto per diffondere messaggi di questo tipo e attualmente coinvolto in un processo per accuse di stupro e tratta di esseri umani. La sua influenza è evidente nella serie, dove viene presentata la teoria dell’80-20, sostenuta da appartenenti alla manosfera e agli Incel. Questa teoria afferma che l’80% delle donne sia attratto solo dal 20% degli uomini, i quali sarebbero costretti a ingannarle per risultare desiderabili.
Anche se Adolescence non si basa su eventi reali, è chiaro che la serie trae ispirazione dalla società contemporanea, utilizzando elementi attuali per costruire il suo dramma poliziesco. La narrazione mette in luce i pericoli di un uso incontrollato dei social e sottolinea la necessità di discutere con i giovani temi come la parità di genere e la violenza. La serie invita a considerare l’importanza di integrare ore di educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, affinché storie simili a quella di Adolescence rimangano solo opere di finzione.