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Adolescence: la serie Netflix che merita di essere vista da tutti

È un mattino di maggio del 2025 quando gli agenti di polizia irrompono nella casa dei Miller, situata in un tranquillo quartiere residenziale. La madre, ancora in vestaglia, si ritrova a urlare in preda al panico, mentre il padre, appena sveglio, cerca di comprendere la situazione surreale che si sta sviluppando. In un angolo, Jamie, un ragazzino di tredici anni in pigiama, è sopraffatto dalla paura e si fa la pipì addosso. Apparentemente un ragazzo come tanti, viene arrestato con l’accusa di omicidio, lasciando i genitori increduli e sconvolti. Questo drammatico inizio segna l’apertura di Adolescence, la serie che sta conquistando il pubblico su Netflix, caratterizzata da una regia in piano sequenza che ci immerge completamente nell’azione e nell’emozione, senza possibilità di fuga. L’atmosfera angosciante e devastante solleva interrogativi inquietanti: come è possibile che un giovane cresciuto in un ambiente apparentemente sano possa essere coinvolto in un crimine così atroce?

Un’esperienza immersiva e senza scampo

Ideata da Stephen Graham e Jack Thorne, Adolescence si presenta come un’opera intensa e scioccante fin dal primo istante. Composta da quattro episodi, ciascuno girato in un’unica ripresa continua, la serie ci conduce all’interno della casa dei Miller, dove Jamie viene accusato dell’omicidio brutale della sua compagna di scuola, Katie. La scelta di non includere colonna sonora né flashback amplifica la tensione, lasciando lo spettatore intrappolato in una claustrofobia emotiva. La camera si muove incessantemente, scrutando e seguendo i personaggi, costringendo il pubblico a vivere l’orrore e la confusione che pervadono la famiglia.

Il regista Philip Barantini, noto per il suo lavoro in Boiling Point, utilizza il piano sequenza per creare un senso di urgenza e impotenza. La trasformazione di Jamie, da ragazzo apparentemente normale a presunto colpevole, è tanto più inquietante proprio per la sua ordinarietà. La serie ci immerge nel dolore di una famiglia che non sospettava nulla, costringendo lo spettatore a confrontarsi con le emozioni di una madre in lacrime, interpretata magistralmente da Erin Doherty, e di un padre, Stephen Graham, che si sforza di comprendere come sia potuto accadere tutto questo. La polizia, nel tentativo di ottenere risposte, interroga un ragazzo confuso, il cui stato d’animo oscilla tra il pentimento e l’incredulità.

Un racconto necessario, doloroso e urgente

Adolescence si distingue per la sua capacità di affrontare tematiche scomode e urgenti. Non si limita a denunciare, ma invita il pubblico a interrogarsi su chi fosse realmente Jamie prima di quel giorno fatale. Quali segnali sono stati trascurati? Come possono i genitori proteggere i propri figli da un mondo virtuale che può rivelarsi letale? La serie esplora l’influenza tossica di alcuni ambienti online, dai gruppi incel ai forum misogini, dove la frustrazione si trasforma in odio e il rancore in violenza. Una delle frasi più inquietanti pronunciate da Jamie, «L’80% delle donne va solo con il 20% degli uomini», riflette il pensiero distorto degli incel, un gruppo di uomini che si sentono rifiutati e alimentano l’odio nei confronti delle donne. La mascolinità tossica, così frequentemente denunciata sui social, trova le sue radici in conversazioni avvenute tra le mura di camerette di adolescenti apparentemente normali.

La figura di Katie, la vittima, rimane assente e silenziosa, la sua presenza è percepita solo attraverso le parole di chi cerca di ricostruire i fatti. La sua mancanza amplifica il dolore e l’angoscia, rendendo la situazione ancora più straziante.

L’inferno in cui viviamo

Adolescence rappresenta un’esperienza complessa e, a tratti, insopportabile. Tuttavia, è una serie che si avvicina alla perfezione, poiché non cerca risposte facili né offre catarsi o speranza. Questo la rende ancora più necessaria. La narrazione si trasforma in un viaggio all’inferno, e la rivelazione più inquietante è che quell’inferno è già presente nel nostro quotidiano.

Amalia Sisto

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