Viktor Toth 27 Marzo 2025
Un’opera che si inserisce in un contesto di riflessione sull’Invasione in Ucraina, 1 Rue Angarskaia di Rostislav Kirpicenko offre una visione inedita.
Il film si configura come un’indagine profonda sulla propria identità e sul patrimonio culturale, partendo da un evento cruciale: l’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Il regista e narratore, mentre vive a Parigi da molti anni, racconta di aver appreso la notizia della guerra proprio nel suo appartamento. 1 Rue Angarskaia rappresenta un connubio tra l’esperienza personale di Kirpicenko e la storia che narra: nato in Lituania, cresciuto a Dnipro e successivamente emigrato in Repubblica Ceca e Germania, Kirpicenko ha scelto di raccontare la sua storia in francese, una lingua che riflette il suo percorso di vita. Abbandonata la carriera di calciatore, ha intrapreso gli studi alla rinomata scuola di cinema La Fémis. La sua condizione di apolide emerge chiaramente nel film, dove la sua voce fuori campo guida lo spettatore attraverso la sua narrazione.
1 Rue Angarskaia si presenta come una rievocazione del passato di Kirpicenko, un protagonista che rimane per lo più assente, visibile solo in riflessi e ombre, ma che attraverso il suo ruolo di direttore della fotografia riesce a trasmettere una prospettiva personale e significativa sulla guerra in Ucraina e sui suoi effetti. Il film affronta questioni di identità e nostalgia, portando lo spettatore in un viaggio che inizia in Lituania e prosegue a Dnipro. A differenza di molti documentari che si concentrano sugli scontri, Kirpicenko pone l’accento sugli effetti sociali della guerra, facendo emergere emozioni profonde. Rispetto ad altre opere, il film di Kirpicenko si distingue per il suo approccio più distaccato, simile a The Invasion di Sergei Loznitsa e Time to the Target di Vitaly Mansky.
Un elemento di grande interesse è la capacità di Kirpicenko di esplorare un aspetto complesso della guerra: la presenza della lingua russa. In una scena significativa, un sacerdote in uniforme militare ucraina, durante un’intervista, non riesce a ricordare una parola in ucraino e la pronuncia in russo, rivelando la sua identità di ucraino russofono. Questo momento evidenzia la distinzione fondamentale tra identità russa e identità ucraina russofona, così come la scelta di molti di abbandonare la lingua madre dopo l’invasione, un tema spesso trascurato nel cinema documentaristico.
Il film 1 Rue Angarskaia ha fatto il suo debutto mondiale al Cinéma du Réel presso il Centre Pompidou di Parigi, dove è in competizione nel concorso principale. Il festival ha anche dedicato un evento speciale a Julia Loktev, cineasta russo-statunitense, il cui lavoro My Undesirable Friends: Part I – Last Days in Moscow segue attiviste e giornaliste perseguitate dal regime di Putin per le loro posizioni di opposizione.
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