Il cinema nell’era digitale: intervista ad Alessandro Cipriani, compositore e docente di sound engineering

Il Conservatorio di Frosinone apre le iscrizioni a corsi innovativi su suono, tecnologia e narrazione, formando professionisti per le sfide del panorama audiovisivo contemporaneo.

Al Conservatorio di Frosinone, situato nel Lazio, sono ufficialmente aperte le iscrizioni ai corsi innovativi che esploreranno la connessione tra suono, tecnologia e narrazione. Questi corsi inizieranno a novembre 2025 e si pongono l’obiettivo di formare professionisti del settore, capaci di affrontare le sfide contemporanee del panorama audiovisivo.

Il ruolo del suono nel cinema contemporaneo

Il compositore e docente Alessandro Cipriani, noto per la sua esperienza nella musica elettroacustica e sperimentale, ha collaborato con importanti istituzioni e progetti, tra cui colonne sonore per documentari e opere teatrali. La sua opera si distingue per l’integrazione di elementi vocali e elettronici, riflettendo un interesse crescente per il suono come strumento espressivo nel cinema. Con l’avvento del digitale, il suono ha acquisito nuove dimensioni grazie a software avanzati, rendendo il lavoro sonoro un campo di grande creatività e innovazione.

Cipriani ha sottolineato come il suono stia guadagnando un’importanza cruciale nelle produzioni cinematografiche moderne, evidenziando esempi significativi come il film Sound of Metal. In questa pellicola, il suono diventa protagonista, immergendo lo spettatore nell’esperienza acustica del protagonista, un batterista che affronta la perdita dell’udito. Al contrario, in La Zona di Interesse, il suono funge da elemento esterno, rivelando la rimozione dell’orrore attraverso il paesaggio sonoro del campo di concentramento nazista. Questi esempi dimostrano come il suono possa arricchire la narrazione, creando un legame profondo tra l’audience e la storia.

Le nuove frontiere del suono digitale

Cipriani ha affrontato anche le implicazioni estetiche del suono digitale nel cinema, interrogandosi sull’immersività delle esperienze sonore, come quelle offerte dal Dolby Atmos. La questione centrale è se l’immersività derivi dalla semplice invasione del suono o dalla capacità di questo di parlare in modo personale a ciascun spettatore. Secondo il compositore, la standardizzazione dell’esperienza sonora non è sufficiente a garantire un coinvolgimento autentico. L’attivazione del pubblico attraverso il suono è fondamentale, come dimostra il famoso esempio de Il Padrino, dove l’assenza del suono della voce del protagonista costringe gli spettatori a riempire il vuoto con la propria immaginazione.

Per Cipriani, è cruciale restituire al suono la sua dignità espressiva, iniziando dall’educazione del pubblico più giovane. Propone l’introduzione di corsi di storia del cinema e dell’arte audiovisiva nelle scuole, focalizzandosi sul rapporto tra suono e immagine. Presso il Conservatorio di Frosinone, la Scuola di Musica Elettronica si dedica da anni alla composizione audiovisiva e all’intermedialità, preparando gli studenti ad affrontare le sfide del futuro.

L’impatto dell’intelligenza artificiale nel sound design

Cipriani ha anche discusso dell’evoluzione del sound design con l’arrivo dell’intelligenza artificiale. Tradizionalmente, la creazione di versioni internazionali di film comportava un lavoro meticoloso per separare i dialoghi dai suoni ambientali. Oggi, grazie all’AI, questo processo è diventato molto più semplice e preciso, permettendo una migliore conservazione dei paesaggi sonori originali. Questa innovazione consente di trasmettere esperienze sonore locali in modo più autentico, arricchendo la fruizione di opere provenienti da culture diverse.

Infine, Cipriani ha ricordato la figura di David Lynch, scomparso nel gennaio 2025, sottolineando il suo contributo unico alla modellazione dello spazio sonoro nei suoi film. Lynch ha saputo coniugare rumore e silenzio in modo innovativo, dimostrando che il cinema non è solo “scrittura di luce”, ma anche una forma di “scrittura di suono”.

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