La celebrazione del centocinquantesimo anniversario della nascita di Elvira Notari, pioniera del cinema italiano e una delle prime cineaste in Europa, offre l’opportunità di esplorare il volume Napoli/New York Andata e Ritorno. Questo libro, scritto dalla storica del cinema Giuliana Muscio, si propone di analizzare la comunità italiana dello spettacolo e la nascita del cinema italoamericano. Pubblicato nel 2025 da La Valle del Tempo/Quaderni di Cinema Sud, il testo è disponibile in edizione bilingue italiano/inglese e si avvale del supporto di Italea, un programma del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale dedicato alla promozione del turismo delle radici, inserito nel progetto Pnrr. La ricerca di Muscio si distingue per la ricchezza delle fonti, molte delle quali americane e in gran parte inedite, frutto di un’indagine meticolosa condotta dall’autrice friulana, rinomata per il suo lavoro nel settore del cinema legato all’esperienza della diaspora italiana negli Stati Uniti.
Il cinema muto napoletano e la sua unicità
Il cinema muto napoletano, di cui Elvira Notari è una figura di riferimento, si differenzia nettamente dalle produzioni di altre città italiane come Torino e Roma. Questa cinematografia è caratterizzata da un uso limitato di mezzi, ma vanta una specificità unica: la presenza di canzoni che arricchiscono l’esperienza visiva. La canzone napoletana, con la sua forte carica narrativa e drammatica, si integra perfettamente nel contesto cinematografico, creando un modello di intermedialità senza pari. Le canzoni non solo forniscono trame e atmosfere, ma diventano il fulcro attorno al quale ruotano attori e scenografie. La presenza di una canzone napoletana in un film muto non è un semplice accessorio, ma un elemento fondamentale che garantisce il successo della pellicola, poiché crea un legame emotivo con il pubblico, che si ritrova a “sentire” le melodie eseguite dal vivo durante la proiezione.
Questo connubio tra musica e cinema ha reso il cinema napoletano un dispositivo di intrattenimento popolare all’inizio del Novecento, fungendo da alternativa alle grandi produzioni del cinema muto italiano come Cabiria. Muscio si impegna a ricostruire le biografie di figure meno conosciute, offrendo una nuova interpretazione dell’emigrazione italiana. Gli emigrati portavano con sé un bagaglio di competenze e abilità che avrebbero contribuito a rinnovare e dare visibilità al cinema italoamericano, a partire dagli anni Settanta. Un esempio emblematico è Francesco Pennino, nonno materno di Francis Ford Coppola, che si trasferì a New York nel 1905 e riuscì a esprimere il suo amore per Napoli e l’America attraverso la sua casa editrice musicale e le etichette vinicole delle Edizioni Pennino, ancora oggi prodotte dalla famiglia Coppola.
Il processo di americanizzazione e il cinema popolare
Il volume di Muscio si distingue per la sua capacità di analizzare il processo di americanizzazione delle minoranze etniche negli Stati Uniti, evidenziando come il cinema delle origini sia stato un mezzo per rinegoziare l’identità italiana in America. L’autrice si concentra in particolare sul cinema popolare napoletano, che ha saputo costruire un’esperienza visiva ed emotiva di ritorno a casa attraverso la musica e il dialetto. Negli anni Cinquanta, il cibo diventa un simbolo di identità italiana, ma prima di allora, il cinema ha ricoperto un ruolo cruciale nella valorizzazione sociale degli emigrati. Le sale cinematografiche italiane a New York, come il Teatro Garibaldi e il Grand Theatre, diventano luoghi di aggregazione e di celebrazione della cultura italiana, contribuendo a creare un senso di comunità.
La sovrapposizione tra italianità e napoletanità emerge in modo preponderante negli anni Venti, quando il mercato cinematografico degli emigranti si arricchisce di titoli di film napoletani che raggiungono New York senza la necessità di approvazione dalla censura. Questo mercato informale consente uno scambio vivace di materiali, storie e volti, permettendo agli emigrati di mantenere un legame con le proprie radici. Attraverso il racconto di passioni e sentimenti, Muscio ci offre uno spaccato della vita degli emigrati italiani, evidenziando come il cinema muto napoletano rappresenti un lascito culturale significativo, un’esperienza da riscoprire e valorizzare.