Il piano sequenza rappresenta una delle tecniche più affascinanti nel panorama cinematografico contemporaneo. Questa modalità di ripresa consiste nel filmare un’intera scena senza interruzioni, offrendo così una continuità narrativa che coinvolge profondamente lo spettatore. La sua origine risale agli anni Cinquanta, quando il critico cinematografico francese André Bazin coniò il termine plan-séquence per descrivere questo approccio innovativo. Oggi, nel 2025, il piano sequenza continua a essere utilizzato in film e serie TV per raccontare eventi in tempo reale, creando un’esperienza immersiva.
Il piano sequenza non è solo una tecnica visiva; è una vera e propria strategia narrativa. Questa modalità permette di presentare eventi e scenari in modo fluido, facilitando l’immersione del pubblico nella storia. Utilizzando la macchina da presa in movimento, il regista può rivelare nuovi punti di vista e dettagli che altrimenti potrebbero sfuggire. Spesso, i registi scelgono di inserire un piano sequenza all’inizio di un film per stabilire il tono e l’atmosfera. Un esempio emblematico è il piano sequenza di tre minuti all’inizio di L’infernale Quinlan di Orson Welles, che cattura immediatamente l’attenzione dello spettatore. In Il segreto dei suoi occhi di Campanella, un piano sequenza mozzafiato segue un inseguimento, rivelando i protagonisti attraverso una ripresa aerea che si sviluppa senza interruzioni.
Numerosi film hanno fatto la storia grazie all’uso del piano sequenza. Alfred Hitchcock, nel 1948, realizzò Rope – Nodo alla gola, un thriller di circa 80 minuti girato interamente con questa tecnica. La storia si svolge in tempo reale, richiamando l’atmosfera teatrale. Il regista ha utilizzato un cyclorama per simulare le variazioni di luce dell’ambiente esterno. Anche 1917 di Sam Mendes è un esempio di piano sequenza “finto”, in cui una serie di riprese lunghe circa sette minuti sono montate per dare l’illusione di un’unica sequenza continua. Un altro esempio notevole è Birdman di Alejandro Gonzáles Iñarritu, che presenta una dozzina di tagli invisibili grazie alle tecniche di montaggio avanzate del 2014.
Il film che detiene il record per il piano sequenza più lungo è Arca russa, diretto da Aleksandr Sokurov nel 2002. Questo lungometraggio, girato interamente in un’unica ripresa, dura oltre 90 minuti e attraversa le sale del museo Hermitage, raccontando la storia della Russia. La complessità della pellicola è accentuata dalla necessità di gestire centinaia di comparse e spazi, rendendo il progetto estremamente impegnativo e innovativo.
Con l’avanzare della tecnologia, il piano sequenza ha trovato spazio anche nelle produzioni televisive. Un esempio recente è Adolescence, una serie britannica distribuita da Netflix e diretta da Philip Barantini. Composta da quattro episodi, ciascuno di durata compresa tra 50 minuti e un’ora, è girata interamente in piano sequenza. La sfida è notevole, poiché non tutte le riprese avvengono in interni, e la presenza di molte comparse aumenta la complessità della produzione. L’uso del piano sequenza in questa serie non solo esalta le capacità degli attori, ma conferisce anche un’intensità unica alla narrazione.
Diverse serie televisive hanno saputo sfruttare il piano sequenza per arricchire la loro narrazione. Ecco alcuni esempi di episodi che hanno utilizzato questa tecnica in modo efficace:
Questi episodi dimostrano come il piano sequenza possa contribuire a creare momenti di grande impatto emotivo e visivo.
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