Un regista di Hollywood è stato arrestato con l’accusa di aver truffato Netflix per un ammontare di 11 milioni di dollari. Il regista, Carl Erik Rinsch, noto per la sua regia nel film “47 Ronin“, avrebbe utilizzato i fondi destinati alla produzione di una serie di fantascienza, dal titolo “White Horse“, per scopi personali. Il fatto è emerso il 20 marzo 2025, quando è stata comunicata la notizia dell’arresto.
L’ufficio del procuratore ha formulato accuse di frodi telematiche e riciclaggio di denaro nei confronti di Rinsch, descrivendo il caso come un piano ben orchestrato per ingannare il gigante dello streaming. Secondo le informazioni fornite dai pubblici ministeri, Netflix aveva inizialmente finanziato il regista con circa 44 milioni di dollari per la produzione della serie “White Horse“. Successivamente, Rinsch ha richiesto ulteriori 11 milioni di dollari, promettendo che sarebbero stati utilizzati per completare il lavoro.
Tuttavia, i fondi aggiuntivi non sono stati impiegati per la produzione della serie. Invece, Rinsch ha trasferito il denaro su un conto personale, utilizzandolo per investimenti che si sono rivelati disastrosi, perdendo rapidamente circa la metà degli 11 milioni ricevuti. La strategia del regista ha incluso anche investimenti nel mercato delle criptovalute, che, contrariamente ai precedenti, hanno portato a guadagni.
Il pubblico ministero Matthew Podolsky ha commentato: “Carl Erik Rinsch ha orchestrato un piano per rubare milioni sollecitando un grande investimento da un servizio di streaming video, sostenendo che il denaro sarebbe stato utilizzato per finanziare uno show televisivo che stava creando. Ma si trattava di finzione”.
Carl Rinsch, 47 anni, è stato arrestato a West Hollywood, in California, e ha affrontato la sua prima udienza in tribunale a Los Angeles. Si è presentato in aula indossando un maglione a collo alto e jeans, con catene alle braccia e alle gambe. Durante l’udienza, non si è dichiarato colpevole e ha risposto solo alle domande del giudice. Quando gli è stato chiesto se avesse letto l’atto d’accusa, ha ammesso di non averlo fatto integralmente, ma ha affermato di aver compreso le accuse.
Il giudice Pedro V. Castillo ha disposto il rilascio di Rinsch, a condizione che pagasse una cauzione di 100.000 dollari, garantendo così la sua presenza in tribunale a New York, dove è stata presentata l’incriminazione. Le accuse di frodi telematiche prevedono una pena massima di 20 anni di reclusione, mentre il reato di riciclaggio di denaro comporta sanzioni simili. Ulteriori cinque capi d’imputazione, legati a transazioni monetarie su beni derivanti da attività illecite, potrebbero portare a pene massime di 10 anni ciascuna.
Attualmente, non è stata ancora fissata la data dell’udienza del processo di Rinsch a New York. Netflix, interpellata dall’Associated Press, ha scelto di non rilasciare alcun commento in merito alla vicenda.
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