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Trump attacca George Clooney: le motivazioni dietro le sue critiche

Il 25 marzo 2025, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha lanciato un duro attacco contro l’attore e attivista politico George Clooney, definendolo una “star del cinema di seconda mano e opinionista politico fallito”. Questo scontro è emerso dopo che Clooney ha rilasciato un’intervista al noto programma televisivo statunitense 60 Minutes, in cui ha sollevato questioni cruciali riguardo alla libertà di stampa.

Intervista e polemiche

Durante l’intervista, Clooney ha promosso la sua nuova versione teatrale di Good Night, and Good Luck, sottolineando i parallelismi tra l’epoca maccartista, rappresentata nel suo lavoro, e le attuali difficoltà che i giornalisti affrontano nel cercare la verità. L’attore ha citato il recente accordo di diffamazione da 16 milioni di dollari che Trump ha stipulato con ABC News e la causa da 20 miliardi di dollari intentata contro la CBS lo scorso ottobre. In questa causa, Trump accusava 60 Minutes di aver “ingannevolmente modificato” un’intervista con la sua rivale, Kamala Harris, per presentarla in una luce favorevole.

Le affermazioni di Clooney

Clooney ha affermato: “Quando gli altri tre poteri falliscono, il quarto potere deve poter raggiungere i propri obiettivi. Stiamo assistendo a un’idea di utilizzare il governo per intimidire o multare, per ridurre al silenzio i giornalisti”. Ha anche aggiunto che “ai governi non piace la libertà di stampa, non l’hanno mai amata, indipendentemente dalla loro ideologia politica”.

La risposta di Trump

In risposta, Trump ha utilizzato il suo profilo su Truth Social per criticare le affermazioni di Clooney, chiedendosi perché una trasmissione “ormai screditata” come 60 Minutes dovesse dare spazio a un attore che considera fallito. Ha continuato a denigrare Clooney, affermando che l’attore ha sostenuto l’elezione di Sleepy Joe, per poi “scaricarlo come un cane”.

Riferimenti e messaggi

Nel corso di un’apparizione nel talk show di Stephen Colbert, Clooney ha ironizzato sulla sconfitta di Harris, facendo riferimento all’insurrezione del 6 gennaio. “Non so, cosa dovrei fare? Prendere d’assalto il fottuto Campidoglio?”, ha detto, suscitando l’applauso del pubblico. Senza menzionare Trump, ha anche rivolto un messaggio al nuovo presidente, esprimendo la speranza che faccia bene per il Paese e promettendo di rivederlo tra tre anni e mezzo per valutare i risultati del suo operato.

Riflessioni sulla libertà di stampa

La polemica tra Trump e Clooney non è solo una questione di opinioni politiche, ma riflette anche le tensioni attuali nel panorama mediatico e politico statunitense, dove la libertà di stampa continua a essere un tema controverso e di grande rilevanza.

Amalia Sisto

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