Raffaella e Daniela Sabatini, due talentuose musiciste di origine genovese, hanno trovato nella Tuscia la loro dimensione artistica e spirituale. Attualmente residenti a Viterbo, le sorelle si sono immerse nel cuore pulsante della città, precisamente nel quartiere di San Faustino, un luogo che si distingue per la sua bellezza e il suo fascino, ma che spesso rimane in ombra. Qui, ispirate dai magnifici tramonti e dall’atmosfera vibrante del mercato locale, hanno dato vita a un progetto musicale che intreccia fede e arte. La loro musica è un tributo alla tradizione e un invito alla contemplazione, particolarmente significativo in questo periodo che celebra il rito pasquale.
Un legame musicale e spirituale
Daniela e Raffaella Sabatini non sono solo sorelle, ma anche consorelle, appartenenti all’Ordine dei Terziari Francescani. Questo legame non solo arricchisce la loro missione musicale, ma crea anche un’armonia unica tra le loro personalità. Le due musiciste si raccontano come un duo che, pur mantenendo le proprie differenze, riesce a fondere le proprie capacità in un’espressione artistica sinergica. La loro musica riflette questa unione, caratterizzata da una vitalità che trasmette misticismo e profondità.
La passione per la musica è radicata nelle loro vite fin dalla nascita, grazie a genitori musicisti che hanno instillato in loro un amore per l’arte. La madre pianista e il padre, melomane e direttore di cori, hanno fornito loro le basi per sviluppare il loro talento. Questo background familiare ha avuto un impatto significativo sulla loro formazione e sulla loro crescita come musiciste.
Il repertorio musicale e l’ispirazione francescana
Il repertorio di Daniela e Raffaella Sabatini è un viaggio attraverso la musica sacra, religiosa e mariana, arricchito da arrangiamenti di antiche Laudi francescane. Daniela esprime la sua visione artistica attraverso composizioni dedicate a santi come San Francesco d’Assisi e Santa Rosa, mentre Raffaella, violinista, trova un legame profondo con la figura di San Francesco, il quale, secondo la tradizione, amava suonare il violino.
La loro musica non è solo un’espressione artistica, ma anche un percorso spirituale. Definite “missionarie della musica”, le sorelle si sono impegnate a portare la loro arte in luoghi dove la musica è spesso assente, come carceri e ospedali, contribuendo a diffondere un messaggio di speranza e solidarietà. La loro esperienza al Giubileo degli Artisti, dove hanno ricevuto la benedizione di Papa Giovanni Paolo II, ha ulteriormente rafforzato la loro vocazione.
Il legame con Viterbo e l’impegno culturale
Arrivate da Genova, Daniela e Raffaella hanno scelto Viterbo come loro casa per la sua tranquillità e bellezza paesaggistica. Prima di stabilirsi nel capoluogo, hanno vissuto a Tuscania e Vitorchiano, trovando in Viterbo un luogo dove esprimere la loro arte. La città, con la sua ricca storia e tradizione, ha ispirato numerose opere, tra cui composizioni dedicate alla storia e ai santi locali.
Le sorelle hanno preso parte attiva alla vita musicale viterbese, proponendo concerti che spaziano dalla musica sacra a quella contemporanea. Hanno anche avviato progetti come “Iubilaeum Ensemble“, un’iniziativa che celebra il Giubileo attraverso concerti lungo la Via Francigena, unendo la musica al pellegrinaggio spirituale.
Progetti futuri e impegno sociale
Le sorelle Sabatini non si fermano mai. Con l’Accademia “De Musica”, promuovono corsi e festival musicali, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di musicisti. I loro eventi, come il “Viterbo Piano Fest“, mirano a valorizzare il patrimonio culturale della città e a farla diventare un centro di riferimento per l’arte e la musica.
La loro visione per Viterbo è ambiziosa: trasformare la città in una vera capitale della cultura. Con un forte impegno verso la pace e la solidarietà, Raffaella e Daniela Sabatini continuano a utilizzare la musica come strumento di connessione e unione, dimostrando che l’arte può superare confini e divisioni. La loro dedizione è un esempio luminoso di come la musica possa essere un faro di speranza e una testimonianza di fede, non solo per loro, ma per tutti coloro che li ascoltano.