Sabato 30 novembre 2025, il chitarrista e compositore Franco Mussida, noto per essere uno dei fondatori della Premiata Forneria Marconi, sarà presente alla Biblioteca Mabic di Maranello, dove si svolgerà un incontro a ingresso libero alle ore 17. Mussida, celebre per aver creato brani iconici come “Impressioni di settembre”, ha collaborato con alcuni dei più grandi cantautori italiani, tra cui Fabrizio De André, Lucio Battisti, Francesco Guccini, Angelo Branduardi, Adriano Celentano e i Nomadi. Durante l’evento, dialogherà con Elia Perboni, autore del ‘Dizionario della musica pop-leggera italiana’, per presentare il suo nuovo romanzo Il bambino del Carillon, pubblicato da Salani nel 2024.
Un viaggio nella musica e nell’autobiografia
Il romanzo di Mussida è un’autobiografia che si distingue per il suo tono fiabesco, in cui l’artista esplora i cambiamenti generazionali e gli incontri straordinari che hanno segnato la sua vita. La narrazione inizia con la scoperta della musica, descritta da Mussida come un “telescopio che illumina l’anima”. Ambientato nella periferia di Milano negli anni Quaranta, il racconto si apre con un bambino che, mentre gattona, viene attratto da un carillon. Questo oggetto “magico” segnerà un punto di svolta fondamentale nella sua esistenza. Anni dopo, ormai settantenne, il musicista intraprende un lungo viaggio nel ricordo del suo percorso umano, artistico e spirituale, riflettendo su come la musica abbia influenzato ogni aspetto della sua vita.
Ricordi legati a Modena e alla sua storia musicale
Interrogato su Modena, Mussida ha condiviso diversi ricordi significativi. Tra questi, uno è menzionato nel suo libro, in cui racconta di come l’Autogrill della musica, il “Fini”, rappresentasse un crocevia per molti artisti durante le loro tournée. Questo luogo era una sorta di pausa goliardica e culinaria lungo la “via del blues”, la storica via Emilia, dove molti musicisti si incontravano per la prima volta. Mussida ha anche ricordato locali storici come il Bob2000, a cui ha dedicato un’opera visiva e teatrale. Negli anni Sessanta e Settanta, i giovani artisti si esibivano in piste da ballo, dato che i teatri non erano accessibili.
Il legame tra musica e territorio
Mussida ha riflettuto sul motivo per cui una generazione di artisti emiliani, tra cui Zucchero, Guccini, Bertoli, Dalla, Vasco Rossi e Ligabue, sia emersa in modo così significativo. Secondo lui, il legame con il territorio è fondamentale. La musica è per lui un “amore vibrante organizzato”, e l’Emilia-Romagna, con la sua vasta pianura, ha contribuito a creare un ambiente fertile per la musica popolare. In quest’area, la musica assume un carattere di “ballad”, capace di unire e trasmettere emozioni. Mussida ha anche accennato a come la nostalgia, un tempo considerata una malattia, possa influenzare la creatività degli artisti.
La musica come espressione dello spirito
Mussida ha parlato dell’importanza della musica in un mondo dominato dal materiale. Secondo il musicista, la materia è una manifestazione dello spirito, e la sfida consiste nel trovare un equilibrio tra le dimensioni visibili e invisibili della realtà. La consapevolezza dell’intelletto e quella del cuore sono elementi essenziali per vivere in armonia. La musica, con la sua grammatica universale, ha la capacità di evocare emozioni e di connettere le persone con la poesia del mondo.
Un periodo generativo per la musica
Un capitolo del romanzo di Mussida si concentra sulla sua generazione, definita come una “Nuvola”. Egli descrive il periodo dal 1967 al 1974 come un momento di grande creatività, paragonabile all’occhio di un ciclone. In un “manifesto” generazionale presente nel suo ultimo lavoro, il Pianeta della Musica, Mussida afferma che, sebbene le parole possano ingannare, la musica rimane una verità innegabile. Questo forte legame con la musica e la sua evoluzione continua a rappresentare un tema centrale nella vita e nell’opera di Franco Mussida.