L’Intelligenza Artificiale (IA) ha ormai integrato la nostra quotidianità, influenzando profondamente diversi ambiti, incluso quello della musica, settore che storicamente è sempre stato tra i primi a rispondere alle innovazioni tecnologiche. Negli ultimi anni, l’impatto dell’IA è diventato sempre più palpabile, con esempi significativi che dimostrano la rapidità con cui queste tecnologie si stanno diffondendo. Uno dei casi più emblematici è rappresentato dalla straordinaria ascesa di ChatGPT, che ha conquistato milioni di utenti in tempi brevi, evidenziando la dinamicità delle tecnologie di tipo “transformer” che hanno rivoluzionato i modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM).
Le sfide creative e i numeri dell’IA nella produzione musicale
Nel panorama musicale, l’IA ha fatto il suo ingresso con numeri sorprendenti. Recentemente, la SIAE ha comunicato di aver registrato oltre 3.000 intelligenze artificiali che contribuiscono in vari modi alla produzione musicale. Questo scenario mette in luce il potenziale straordinario di tali tecnologie, che spaziano dalla generazione di suoni alla realizzazione di opere musicali, sfidando le concezioni tradizionali legate alla “creazione” musicale. Ciò solleva interrogativi sul significato stesso di “creatività”.
È importante chiarire che le opere prodotte dalle Intelligenze Artificiali non sono generate in modo autonomo. Esse derivano, infatti, da un processo di rielaborazione di dataset sui quali le IA sono state addestrate, accompagnato da modelli specifici che producono output di natura derivativa. Questo porta a riflessioni importanti su cosa significhi realmente “creare” in un contesto in cui l’IA gioca un ruolo cruciale.
Evoluzione tecnologica e opportunità espressive nella musica
La storia della musica elettronica ha già visto l’introduzione di strumenti come sintetizzatori e batterie elettroniche, accolti come mezzi per ampliare le possibilità espressive senza sostituire i musicisti tradizionali. Con l’arrivo dell’IA, il cambiamento si fa ancora più profondo, toccando non solo la creazione musicale ma anche questioni legate alla regolamentazione e ai diritti d’autore. È essenziale interrogarsi su cosa significhi un’opera realizzata con l’IA e se possa essere protetta da diritti d’autore.
Attualmente, ogni opera può essere vista come una derivazione, ma ci si può domandare se in futuro si supererà questo stadio, affrontando questioni sul concetto di “creatività” e sul soggetto a cui essa si riferisce. La gestione dei dataset utilizzati per addestrare le IA rappresenta un tema controverso, con interrogativi su chi detenga i diritti su opere generate da IA in seguito a input specifici. Questo dibattito è aperto e in continua evoluzione, con vari processi legali in corso che potrebbero definire il futuro di tali questioni.
Formazione e integrazione dell’IA nei processi creativi musicali
Un aspetto cruciale riguarda la formazione degli artisti e dei professionisti del settore musicale. Questi dovranno apprendere come integrare l’IA nei loro processi creativi, non solo come uno strumento passivo, ma come un alleato che offre nuove opportunità. Questo rappresenta una sfida significativa, ma anche una priorità per le istituzioni che si occupano di formazione nel campo creativo.
Se gli strumenti di IA vengono compresi e utilizzati in modo adeguato, possono aprire nuove frontiere e dare vita a linguaggi creativi innovativi, anche interattivi. Ad esempio, gli utenti potrebbero interagire con la musica, modificando in tempo reale la struttura di un brano, dando vita a soluzioni musicali interattive ancora da esplorare. È fondamentale non solo conoscere gli strumenti, ma anche imparare a interagire con essi in modo creativo, evitando che la tecnologia diminuisca il valore artistico delle opere. Con l’entrata in vigore del regolamento europeo sull’IA il 2 febbraio 2025, si pone l’obbligo di alfabetizzazione sulle IA, stimolando un’evoluzione culturale, giuridica ed etica.
Prospettive future e sfide economiche dell’IA nell’industria musicale
A livello globale, il futuro dell’IA nella musica appare incerto. La CISAC (Confederazione internazionale delle società di autori e compositori) ha recentemente pubblicato un rapporto che prevede un impatto significativo sull’industria musicale entro il 2028, stimando che il mercato dei contenuti musicali e audiovisivi generati dall’IA crescerà da 3 miliardi di euro attuali a 64 miliardi di euro nei prossimi anni.
Tuttavia, le implicazioni legali e artistiche di queste nuove tecnologie sono ancora lontane dall’essere risolte. Gli artisti potrebbero perdere una parte considerevole dei loro profitti attuali a causa della crescente presenza di opere generate dall’IA. Diverse questioni rimangono aperte, come il rapporto tra IA e dati di addestramento, la natura originaria delle opere create e l’attribuzione dei diritti.
L’industria musicale, in sinergia con le piattaforme di streaming e i metaversi, avrà un ruolo cruciale nel diversificare e ampliare le opportunità di profitto. Si renderà necessario formare nuove professionalità capaci di sviluppare contenuti in modo transmediale, combinando formati, linguaggi e modelli di business.
Verso una nuova sensibilità artistica nell’era dell’IA
C’è la speranza di promuovere una disposizione proattiva verso lo studio delle intersezioni tra arte e tecnologia, come previsto dall’AI Act, che influenzerà gradualmente l’industria musicale. Questo potrà stimolare una sensibilità rinnovata verso l’arte, una maggiore comprensione del diritto d’autore e, auspicabilmente, favorire l’emergere di nuove idee creative.