Il 24 marzo 2025, il Teatro Palladium di Roma ospiterà la rappresentazione dell’opera “Tutte le notti, tutte le notti io”, scritta da Sandro Cappelletto e musicata da Matteo D’Amico. Questo evento è dedicato alla commemorazione delle vittime delle Fosse Ardeatine, avvenuto 81 anni fa. L’opera, realizzata nel 2024 su invito di RAI – Radio3 per la stagione dei concerti del Quirinale, viene riproposta in occasione dell’inaugurazione del Dams Music Festival. Questo festival è stato ideato da Luca Aversano e organizzato dalla Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre. La serata di apertura vedrà la partecipazione dell’Accademia Filarmonica Romana e di Zètema Progetto Cultura.
Dettagli dell’opera e del cast
L’opera “Tutte le notti, tutte le notti io” si distingue per la sua intensa drammaticità e il suo profondo significato storico. Sul palco, l’attrice Matilde Bernardi interpreterà la voce recitante, supportata dalle voci dei soprani Patrizia Polia e Giulia Peri, insieme al mezzosoprano Chiara Osella. A completare il cast, un quartetto strumentale composto da David Simonacci al violino, Michele Chiapperino al violoncello, Luca Cipriano al clarinetto e Marco Scolastra al pianoforte, tutti diretti dal maestro Fabio Maestri.
Il racconto si concentra sugli eventi tragici del 24 marzo 1944, quando a Roma i camion carichi di prigionieri si dirigevano verso le Fosse Ardeatine. In quel tragico pomeriggio, le esecuzioni avvenivano nel silenzio e nell’oscurità, trasformando le vittime in numeri per i loro carnefici: 335 uomini uccisi in modo sistematico. La narrazione si sofferma sul dolore e sulla solitudine di coloro che hanno vissuto questi eventi, offrendo uno spaccato della vita di una città e della sua gente in un periodo di grande sofferenza.
Il valore della memoria
Sandro Cappelletto e Matteo D’Amico, gli autori dell’opera, hanno condiviso alcune riflessioni che li hanno spinti a tornare su questo tragico evento, ottant’anni dopo. Hanno sottolineato l’importanza della memoria collettiva, fondamentale per non dimenticare il dolore e la paura vissuti dagli individui in quegli anni bui. Le storie di quelle vittime, molte delle quali sono state documentate da Alessandro Portelli nel suo libro “L’ordine è già stato eseguito”, hanno ispirato la creazione di questo lavoro.
L’opera affronta il tema della solitudine e dell’intimità del dolore, evidenziando la necessità di mantenere viva la memoria di eventi così devastanti. La ricerca di verità e giustizia da parte delle famiglie delle vittime, spesso rappresentate da donne coraggiose, diventa un elemento centrale della narrazione. La loro lotta per il riconoscimento dei corpi e per la verità storica è un richiamo all’importanza di non dimenticare il passato, per costruire un futuro più consapevole e giusto.