A Cuba, un oppositore politico è stato condannato a sette anni di carcere per “propaganda contro l’ordine costituzionale”. La notizia è stata riportata dall’Osservatorio cubano dei diritti umani su X, evidenziando la crescente repressione nei confronti delle voci dissenzienti nel paese caraibico.
Dettagli della sentenza
La sentenza è stata emessa il 15 marzo 2025 dal Tribunale provinciale di Villa Clara, specificamente dall’aula per i Crimini contro la sicurezza dello Stato. L’imputato, Alexander Fábregas, 34 anni, è stato accusato di aver messo in discussione il “sistema statale cubano” attraverso contenuti pubblicati sui social media, in particolare video in diretta da lui realizzati. I giudici hanno ritenuto che i suoi messaggi rappresentassero una minaccia per l’ordine pubblico.
Post incriminati
Tra i post incriminati, Fábregas aveva scritto frasi come “In piazza finché non cade la dittatura” e “la disobbedienza civile è un diritto, non un crimine”. Secondo il tribunale, tali affermazioni avrebbero potuto “causare disordini sociali”, nonostante i post non abbiano ricevuto un’ampia interazione, con meno di 400 commenti e circa 220 reazioni.
Arresto e reazioni
Fábregas è stato arrestato nel luglio 2024 e, in precedenza, aveva già scontato una pena di nove mesi per aver incoraggiato le proteste antigovernative che si erano verificate in diverse città cubane l’11 e il 12 luglio 2021. Tuttavia, in quell’occasione, non aveva partecipato attivamente alle manifestazioni. La condanna recente ha sollevato preoccupazioni tra gli attivisti per i diritti umani, che vedono in questo caso un chiaro esempio della repressione della libertà di espressione e del dissenso a Cuba.