Il documentario “Benvenuti in galera“, scritto e diretto da Michele Rho, racconta la storia innovativa del primo ristorante al mondo situato all’interno di un carcere. Questo progetto unico sarà disponibile in esclusiva su RaiPlay a partire dal 22 marzo 2025.
Il ristorante ‘In galera’ di Bollate
Il fulcro del film è il ristorante ‘In galera’, situato all’interno del carcere di Bollate, dove una brigata composta da otto detenuti si dedica alla preparazione di pranzi e cene, sotto la supervisione di Silvia Polleri, conosciuta come ‘Nonna Galeotta’. Silvia, professionista esperta nel settore della ristorazione e madre del regista, ha fortemente voluto questo progetto, concepito come una forma di reinserimento sociale. L’obiettivo è quello di creare un collegamento tra il mondo carcerario e quello esterno, offrendo ai clienti un’esperienza culinaria di alta classe. Il ristorante è accessibile a tutti e i camerieri indossano divise professionali, mentre lo chef ha ricevuto formazione presso la prestigiosa scuola di Gualtiero Marchesi. Le pareti del ristorante sono decorate con poster ispirati a film iconici come “Fuga da Alcatraz” e “Le ali della libertà “. Il menù include proposte gourmet, tra cui spiccano gli Agnolotti provola e radicchio con ragù di Fassona tagliata al coltello.
Il messaggio di Michele Rho
Michele Rho, nel raccontare il progetto, sottolinea che la parola ‘Benvenuti’ è un invito a tutti a conoscere meglio i detenuti, a superare la paura e la diffidenza che spesso circondano il mondo carcerario. “Nei miei documentari ho sempre cercato di esplorare temi che stimolino la riflessione”, afferma Rho. Il ristorante diventa così un mezzo attraverso il quale si può esplorare la realtà del carcere. Il regista si è avvicinato a questo progetto ponendosi domande fondamentali su come i detenuti percepiscano il mondo esterno e quali siano i loro sentimenti. Rho invita a vedere i detenuti come esseri umani, al di là delle colpe commesse.
Le storie dei detenuti
Il film, girato in bianco e nero, si concentra sulle storie personali di alcuni detenuti, come Davide, Said, Jonut, Chester e Domingo. Questi uomini, che hanno commesso errori, cercano una seconda possibilità nella vita attraverso il lavoro nel ristorante. Rho evidenzia come il progetto non sia solo un’iniziativa culinaria, ma una vera e propria opportunità di riscatto per chi si trova in una situazione difficile. Attraverso il lavoro e la formazione, i detenuti possono sperare di reinserirsi nella società , dimostrando che è possibile cambiare e ricostruire il proprio futuro.