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«Abbiamo il tuo curriculum»: La telefonata ingannatrice che svuota il portafoglio: come difendersi

Una chiamata da un numero italiano, un messaggio registrato e la promessa di un impiego: così inizia un inganno che sfrutta speranze e fragilità di chi cerca un’occupazione

Negli ultimi mesi è emerso un nuovo schema truffaldino che ha già coinvolto numerose persone in Italia. Tutto comincia con una telefonata da un numero italiano, preceduto dal prefisso +39. Una voce registrata, impersonale ma rassicurante, pronuncia una frase semplice: «Salve, abbiamo ricevuto il tuo curriculum». Un inizio che potrebbe sembrare plausibile, soprattutto a chi ha inviato candidature per cercare lavoro. Eppure, quella frase è solo la porta d’ingresso a una truffa costruita con attenzione, pensata per colpire chi è più esposto a rischi economici e psicologici. Dopo la chiamata, il presunto interlocutore propone di continuare la conversazione su WhatsApp, dove si presenta come collaboratore di un’azienda in cerca di personale. Il tono è professionale, il linguaggio curato. Viene proposto un lavoro che promette guadagni elevati, spesso legati a piattaforme di trading o ad attività digitali gestibili da casa. L’offerta viene presentata come immediata, senza bisogno di colloqui né esperienze specifiche.

Una volta ottenuta la fiducia della vittima, scatta la richiesta: versare una piccola somma per attivare il profilo o per accedere a materiali “formativi”. In molti casi, chi accetta inizia a vedere finti guadagni su portali creati ad hoc. Spinto dall’euforia e dal desiderio di migliorare la propria condizione economica, l’utente versa ulteriori somme, convinto di poter ottenere un ritorno veloce. Poi, il silenzio: contatti bloccati, nessuna risposta, e la piattaforma sparisce. Le vittime sono spesso disoccupati, studenti, lavoratori in cerca di nuove opportunità. Persone che, spinte dalla necessità, credono a una possibilità che sembra concreta. Ed è proprio su questa fragilità che i truffatori costruiscono la loro rete.

I segnali da riconoscere per non cadere nella trappola

Questa truffa si riconosce per alcune caratteristiche ricorrenti. Il numero di telefono ha prefisso italiano, elemento che la distingue da altre frodi, di solito associate a numerazioni internazionali. La prima frase – “abbiamo ricevuto il tuo curriculum” – è generica ma efficace, perché risuona come credibile in un contesto in cui molti inviano candidature ogni giorno.

La proposta di passare a WhatsApp è un altro elemento tipico. Serve a spostare la conversazione su un canale meno tracciabile, dove è più facile manipolare le emozioni. I truffatori sanno come usare parole che ispirano fiducia: parlano di crescita personale, libertà economica, opportunità uniche. Tutto studiato per convincere senza forzare.

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Truffa telefonica del curriculum – Altaformazionemusicale.it

Un altro campanello d’allarme è la richiesta di denaro iniziale. Nessuna azienda seria chiede pagamenti anticipati per avviare un rapporto di lavoro. Anche la qualità del sito web (quando esiste) può rivelare qualcosa: errori di grammatica, mancanza di dati legali, domini registrati da poco o senza sede verificabile.

Le richieste di dati personali o bancari sono sempre da evitare, soprattutto su piattaforme non ufficiali. Spesso, i truffatori usano questi dati anche per altri scopi, come furti d’identità o ulteriori truffe.

Come difendersi e segnalare i casi sospetti

Difendersi da questo tipo di frode significa prima di tutto riconoscere i segnali. Se si riceve una chiamata sospetta, il primo passo è verificare il numero cercandolo online. In molti casi è già stato segnalato da altre persone. Bloccare il contatto è una misura immediata. Mai accettare di spostare conversazioni su WhatsApp o Telegram, e mai fornire informazioni personali sensibili tramite questi canali.

Anche non rispondere a numeri sconosciuti può essere una precauzione utile. Se si ha il dubbio che si tratti di un’azienda seria, meglio cercare autonomamente il contatto ufficiale, senza fidarsi del numero ricevuto.

Nel caso si sia caduti nella trappola, è fondamentale segnalare l’accaduto alla Polizia Postale. Anche un solo caso denunciato può contribuire a bloccare un numero, chiudere un sito fraudolento, o interrompere la catena. Sul sito della Polizia Postale è disponibile una sezione dedicata alle segnalazioni, accessibile anche da mobile.

Raccontare l’esperienza ad amici o conoscenti può anche prevenire nuove vittime. Le truffe si diffondono perché molte persone non ne parlano, per vergogna o paura di essere giudicate.

Riconoscere questi meccanismi non è semplice, ma essere consapevoli fa la differenza. Restare informati, condividere segnalazioni e ascoltare il proprio istinto sono strumenti efficaci per difendersi e proteggere anche chi ci sta intorno.

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