L’Assegno Unico è una misura di sostegno alla famiglia molto efficiente, ma esiste un modo per ottenere altri aiuti all’arrivo di un figlio.
Il Governo Meloni ha attuato numerose misure a sostegno della genitorialità, ma in alcune Leggi come ad esempio quella dei bonus mamme, alcune madri sono escluse. Infatti il bonus – che è di fatto una decontribuzione in busta paga – spetta solamente a chi ha un contratto a tempo indeterminato. Una donna che sta per avere un figlio e che non rientra in tale categoria, dunque, non ha diritto al bonus.
Non dobbiamo dimenticare che purtroppo oggi non tutte le madri sono anche lavoratrici e/o lavoratrici non precarie, e ciò accade per diversi fattori, tra qui quello culturale. Di conseguenza l’accesso a bonus o fringe benefit aziendali è spesso inaccessibile. Ecco che in questo senso arriva una soluzione, ovvero un aiuto concreto a tutte le madri che stanno per avere un figlio ma che non hanno una situazione contributiva stabile e/o continuativa, cosa appunto molto frequente.
Stai per avere un bambino? Ecco il bonus mamme che ti spetta, anche se non lavori
Si chiama assegno di maternità, ed è una forma di aiuto rivolta alle donne che non hanno una carriera contributiva regolare e che dunque non possono accedere ad altri tipi di benefit. L’assegno è erogato dal comune di residenza della futura mamma o della neomamma che ha avuto un figlio, ma come possiamo facilmente immaginare per ottenerlo è necessario rientrare in determinati requisiti e anche effettuare delle azioni precise.
Per prima cosa, come detto poco sopra, l’assegno di maternità spetta alle madri che non lavorano o hanno una discontinuità lavorativa. Inoltre, il nucleo familiare deve avere un ISEE non superiore 20.221,13 euro. Le donne interessate devono fare domanda direttamente al comune di appartenenza, perché esiste una procedura specifica in merito all’assegno di maternità.
Se la domanda viene accolta, la neo mamma o futura mamma beneficerà di un assegno mensile, per 5 mesi, di 404,17 euro. Fondamentale è la tempistica, perché la madre deve fare la domanda entro 6 mesi dal parto o, in caso di adozione/affidamento, entro il medesimo termine dalla data di affidamento/adozione.
In totale, dunque, la neo mamma riceverà dal proprio comune un aiuto concreto totale di poco più di 2 mila euro, una cifra che può diminuire il gap sociale e anche un po’ di differenze tra le madri che lavorano e quelle precarie.