In casa ormai li consumiamo tutti, meglio quindi controllare tra gli scaffali: non consumarlo perché contiene Biossido di Titanio.
Il Ministero della Salute, insieme agli altri enti preposti alla sicurezza alimentare, svolge un ruolo cruciale nel garantire che i prodotti che giungono sulle nostre tavole siano sicuri e conformi alle normative vigenti. Questa attività di vigilanza è fondamentale in quanto tutti i prodotti che consumiamo quotidianamente sono il risultato di complessi processi industriali che, per loro natura, possono essere soggetti a errori o contaminazioni.
È in questo contesto che si inseriscono i richiami alimentari, strumenti attraverso i quali le autorità competenti comunicano ai cittadini la presenza di potenziali rischi per la salute legati al consumo di determinati prodotti.
Recentemente, un caso emblematico ha riguardato l’integratore alimentare Leninerv 600 dell’azienda Sigmar Italia. Questo prodotto è stato richiamato a causa della presenza di biossido di titanio tra gli ingredienti. Ma cos’è esattamente il biossido di titanio? Si tratta di un additivo alimentare (identificato con il codice E171) ampiamente utilizzato nell’industria per le sue proprietà opacizzanti e sbiancanti.
Il caso dell’integratore Leninerv 600: i dettagli del richiamo
Tuttavia, dal 2022 l’utilizzo del biossido di titanio è stato vietato negli alimenti, negli integratori e nei mangimi all’interno dell’Unione Europea a seguito delle preoccupazioni legate alla sua sicurezza. Le confezioni dell’integratore Leninerv 600 interessate da questo provvedimento sono quelle da 20 compresse con numero di lotto SG23001 e data di scadenza 01/2026. L’integratore in questione è stato prodotto dalla Sigmar Italia Spa per conto della Grünenthal Italia S.r.l., presso lo stabilimento situato in via Sombreno 11 ad Almè, nella provincia di Bergamo.
In seguito alla scoperta della presenza non autorizzata del biossido di titanio nel prodotto, l’azienda ha agito con responsabilità raccomandando ai consumatori una cautela estrema: è stato infatti consigliato di non consumare l’integratore con la data di scadenza e il numero di lotto specificati nell’avviso. Inoltre, le consumatrici e i consumatori che si trovano in possesso del prodotto richiamato hanno la possibilità di restituirlo al punto vendita dove è stato acquistato.
La vicenda dell’integratore Leninerv 600 ci ricorda come sia essenziale mantenere elevati standard qualitativi nella produzione degli integratori alimentari e degli altri beni destinati al consumo. Solo attraverso un controllo rigoroso ed efficace sarà possibile garantire che tali standard vengano rispettati a beneficio di tutti, anche perché gli integratori sono proprio pensati come un booster per la nostra salute.