Conti e libretti inattivi per oltre dieci anni rischiano di essere chiusi e trasferiti al Fondo dello Stato: ecco come evitarlo, cosa controllare e come richiedere il rimborso
Quando un conto corrente o un prodotto finanziario resta inattivo per dieci anni e ha un saldo superiore a 100 euro, viene classificato come rapporto dormiente. È una condizione che, se non gestita, può portare alla chiusura automatica e al trasferimento del denaro al Fondo per i rapporti dormienti gestito dal Ministero dell’Economia tramite Consap. Capire come funziona questo meccanismo è cruciale per chi vuole proteggere i propri risparmi o quelli di un familiare, evitando che finiscano irrevocabilmente in un fondo pubblico.
Un rapporto dormiente è un contratto bancario o finanziario che non ha registrato movimenti volontari da parte del titolare o di un delegato per almeno dieci anni. Non riguarda solo i conti correnti, ma anche libretti postali, azioni, obbligazioni, fondi o polizze. La soglia oltre la quale il conto viene considerato dormiente è di 100 euro. Quando questo accade, l’intermediario deve notificare la situazione al cliente, inviando una comunicazione all’ultimo indirizzo noto. Da quel momento partono 180 giorni di tempo per effettuare un’operazione che ne impedisca la chiusura. Se il cliente non risponde o non esegue alcun movimento entro questo limite, la banca o la posta chiude il rapporto e gira il saldo al Fondo per i rapporti dormienti, dove resta per dieci anni. Passato questo periodo, la somma diventa definitivamente indisponibile.
Come evitare che un conto diventi dormiente
Per impedire che un conto vada in dormienza, è sufficiente effettuare un’operazione attiva, come un prelievo, un versamento, o una comunicazione formale alla banca. Operazioni passive come l’accredito automatico di uno stipendio, di una pensione o il pagamento di una bolletta non sono considerate valide. È utile anche recarsi fisicamente allo sportello o inviare una dichiarazione firmata con la volontà di mantenere il conto attivo.
Un altro punto critico è il cambio di residenza non comunicato. Se la banca non riesce a recapitare l’avviso di dormienza, il cliente rischia di non accorgersi che il proprio conto è in fase di chiusura. Per questo è essenziale tenere aggiornati i dati anagrafici presso tutti gli istituti in cui si detiene un conto o un investimento.

Nel caso in cui il rapporto venga chiuso e il denaro sia trasferito al Fondo Consap, il titolare o i suoi eredi possono presentare una domanda di rimborso. Dal 2010 è possibile farlo online, attraverso il sito ufficiale, oppure tramite raccomandata o e-mail certificata. È necessario inserire i propri dati o quelli del familiare deceduto e presentare la documentazione richiesta. Se si sceglie la via telematica, gli originali cartacei devono comunque essere inviati separatamente.
La restituzione del denaro è possibile solo entro un periodo di dieci anni dalla data del trasferimento al Fondo. Scaduto questo termine, la somma non può più essere recuperata. Per alcuni strumenti come i buoni fruttiferi postali, il periodo di prescrizione inizia dalla scadenza naturale del titolo, e anche in questo caso è limitato a dieci anni.
Come tutelarsi: strumenti pratici e prevenzione
Per evitare che un rapporto diventi dormiente, è utile tenere un registro aggiornato dei propri conti e investimenti, verificando periodicamente il loro stato. In caso di malattia o impossibilità temporanea, può essere utile delegare una persona di fiducia alla gestione dei rapporti bancari. Questo consente di garantire continuità operativa ed evitare che i fondi rimangano inattivi per periodi lunghi.
Anche la condivisione delle informazioni con i familiari gioca un ruolo fondamentale. Spesso i conti dormienti derivano da dimenticanze o mancanza di comunicazione. Rendere noti l’esistenza di conti, libretti o investimenti può facilitare le operazioni in caso di decesso o indisponibilità del titolare.
Infine, è buona norma conservare copie degli estratti conto, delle comunicazioni ufficiali e delle condizioni contrattuali. In caso di contestazione o richiesta di rimborso, avere tutta la documentazione disponibile può fare la differenza.
Sapere come gestire i rapporti dormienti non è solo una questione tecnica: significa evitare perdite ingiustificate e difendere il proprio patrimonio. La legge consente il recupero delle somme, ma solo se si interviene nei tempi previsti e con i documenti giusti.