Acari e batteri nei tessuti: come lavare in modo efficace e sostenibile. Ecco la temperatura che va impostata
Il problema degli acari e dei batteri nei nostri capi di abbigliamento e biancheria è una questione di salute e benessere che spesso ci induce a prendere decisioni drastiche nel nostro modo di fare il bucato. Per anni, abbiamo associato l’idea di un bucato veramente pulito a temperature molto elevate, come 60° o addirittura 90°, credendo che solo l’acqua quasi bollente potesse eliminare efficacemente batteri e acari. Tuttavia, un numero crescente di esperti nel settore della pulizia sta sfidando questa convinzione tradizionale, proponendo alternative meno aggressive sui tessuti e più sostenibili dal punto di vista energetico.
L’igiene è fondamentale non solo per il comfort, ma anche per la salute. Gli acari della polvere e i batteri possono accumularsi facilmente su tessuti che entrano in contatto diretto con la pelle, come lenzuola, asciugamani e indumenti, causando reazioni allergiche, problemi respiratori e irritazioni cutanee. Pertanto, è essenziale adottare pratiche di lavaggio che garantiscano l’eliminazione efficace di questi microorganismi, senza compromettere la qualità dei tessuti o consumare energia in modo eccessivo.
Temperature elevate: un mito da sfatare
Per molti anni, l’unica soluzione apparente era quella di lavare a temperature altissime. Tuttavia, temperature così elevate possono avere effetti negativi sui tessuti, causando un’usura precoce e un degrado del colore. Gli asciugamani e le lenzuola, ad esempio, possono perdere la loro morbidezza e diventare grigi o logori dopo ripetuti lavaggi ad alte temperature. Inoltre, l’impatto ambientale di questo approccio è significativo, poiché i cicli di lavaggio a temperature elevate richiedono molta più energia, aumentando così le emissioni di carbonio e i costi delle bollette.
Fortunatamente, esiste un approccio alternativo che sta guadagnando terreno: lavare a temperature moderate, come 40 gradi, può essere altrettanto efficace nel rimuovere batteri e acari, purché il ciclo di lavaggio sia abbastanza lungo e si utilizzi un detersivo di buona qualità. Chris Tattersall, esperto del sonno e direttore di Woolroom, sostiene che 40 gradi siano sufficienti per garantire un bucato pulito e igienizzato. Egli evidenzia che è l’azione combinata del tempo di lavaggio, della qualità del detersivo e dell’azione meccanica della lavatrice a fare la differenza. Piuttosto che l’alta temperatura.
Adottare un approccio più moderato offre numerosi vantaggi. Protegge i tessuti, mantenendo intatta la loro struttura e prolungandone la durata. Inoltre, riduce significativamente il consumo di energia, contribuendo a un impatto ambientale minore. Questo significa che non solo stiamo facendo una scelta più economica, ma anche più sostenibile.
Per ottenere un bucato perfettamente igienizzato a 40 gradi, è importante scegliere un detersivo di qualità, magari formulato appositamente per basse temperature. È anche utile assicurarsi che i capi siano completamente asciutti dopo il lavaggio, per evitare la proliferazione di muffe e batteri. Sebbene 40 gradi siano sufficienti nella maggior parte dei casi, eseguire occasionalmente un lavaggio ad alta temperatura può garantire una sanificazione extra. Inoltre, l’uso di disinfettanti specifici per il bucato può migliorare l’efficacia del lavaggio.