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Nel 2005 versa 10 euro sul conto: venti anni dopo il saldo è a dir poco inimmaginabile

Risparmiare o investire? Il curioso caso che fa riflettere sull’efficacia dei conti correnti tradizionali.

In un’epoca segnata da inflazione crescente e volatilità dei mercati, il tema del risparmio torna al centro del dibattito pubblico. A riaccendere la discussione è un episodio singolare che arriva dalla Francia: un giovane, nel 2005, decide di aprire un conto di risparmio a basso rischio, noto come Livret A, con un deposito minimo di 10 euro. Due decenni dopo, senza mai effettuare né prelievi né nuovi versamenti, il suo saldo ammonta a 13,70 euro. Un incremento di soli 3,70 euro in vent’anni: appena 18 centesimi di interesse all’anno.

Sebbene possa sembrare una curiosità marginale, questo episodio mette in luce una questione ben più ampia e urgente: quanto sono realmente efficaci i tradizionali strumenti di risparmio? E soprattutto, hanno ancora senso in un contesto economico in costante trasformazione?

Il risparmio che (non) cresce

Il Livret A è uno dei conti di risparmio più diffusi e longevi in Francia. Regolato dallo Stato, garantisce sicurezza assoluta, assenza di tassazione sugli interessi e liquidità immediata. Ma a fronte di questi vantaggi, offre tassi di interesse storicamente molto bassi. Al momento, nel 2025, il rendimento annuo si attesta al 2,4%: un miglioramento rispetto al passato, ma ancora ben lontano da compensare l’inflazione accumulata negli anni.

Il caso del giovane risparmiatore dimostra come, al netto della sicurezza, lasciare il denaro fermo su un conto corrente equivalga, nel lungo periodo, a vederlo svalutare. Per effetto dell’inflazione, il potere d’acquisto di quei 13,70 euro oggi è significativamente inferiore rispetto al 2005. In altre parole, quel capitale non solo non è cresciuto davvero, ma ha anche perso valore reale.

Sicurezza o rendimento? Il dilemma dei piccoli risparmiatori

La vicenda francese è emblematica di una tendenza radicata anche in Italia e nel resto d’Europa. Secondo la Commissione Europea, oltre il 70% dei risparmi familiari nel continente è detenuto in conti correnti o strumenti a bassissimo rendimento. Un dato che riflette la predilezione, da parte dei cittadini europei, per soluzioni conservative, ma che allo stesso tempo rivela una fragilità: il capitale non lavora, non produce ricchezza e non contribuisce all’economia reale.

Conto di deposito
Conto di deposito, conviene realmente? (Altaformazionemusicale.it)

Per questo motivo, Bruxelles ha recentemente lanciato l’iniziativa denominata “Unione del risparmio e degli investimenti”, con l’obiettivo di incentivare il trasferimento dei risparmi fermi verso investimenti produttivi. Si punta, in particolare, su strumenti semplici, a basso rischio, e con rendimenti moderati ma stabili, capaci di attirare anche i piccoli risparmiatori poco esperti.

L’idea di fondo è chiara: mobilitare il risparmio privato per finanziare settori strategici come la transizione ecologica, l’innovazione tecnologica e il rafforzamento delle piccole e medie imprese. In cambio, i cittadini potrebbero beneficiare di rendimenti superiori a quelli offerti dai conti tradizionali, con rischi contenuti grazie a strumenti diversificati e regolamentati.

Il valore sociale del risparmio

Tornando al Livret A, va sottolineato che il suo obiettivo non è soltanto quello di far fruttare il capitale dei risparmiatori. I fondi raccolti, infatti, sono gestiti dalla Caisse des Dépôts et Consignations, un ente pubblico francese che li impiega in progetti di utilità collettiva: edilizia popolare, rigenerazione urbana, infrastrutture verdi. In questo senso, chi sceglie questo strumento compie anche un gesto di solidarietà civica.

Tuttavia, il profilo sociale non sempre basta a compensare i limiti economici. In un contesto inflattivo, la sola sicurezza non tutela realmente il patrimonio personale. Per questo, cresce l’interesse verso nuove forme di investimento responsabile, come i fondi ESG (ambientali, sociali e di governance), i Piani Individuali di Risparmio (PIR) e altre soluzioni ibride capaci di coniugare rendimento, sostenibilità e protezione del capitale.

Il risparmio del futuro sarà anche consapevole

Il caso francese non è solo una curiosità, ma un campanello d’allarme. In un’epoca in cui l’inflazione erode il valore del denaro e le sfide economiche richiedono risorse nuove, è fondamentale ripensare il concetto di risparmio. Non si tratta più solo di accumulare, ma di scegliere consapevolmente dove e come allocare il proprio denaro.

Saper bilanciare prudenza e rendimento, sicurezza e impatto sociale, sarà sempre più importante. E probabilmente, nel futuro prossimo, il vero risparmio non sarà quello che dorme sul conto, ma quello che, mentre cresce, costruisce qualcosa di utile per tutti.

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