Alberto Pellai, psicoterapeuta e esperto di età evolutiva, affronta il tema della genitorialità con il suo nuovo libro, “Nella pancia del papà”, pubblicato da Salani. Questo testo si propone di ridefinire il ruolo del padre, mettendo in evidenza la sua importanza nell’identità del bambino. Pellai rivolge un appello ai padri, invitandoli a riflettere su come i loro gesti di cura possano influenzare profondamente la crescita dei figli.
Un viaggio tra emozioni e filastrocche
Il libro, illustrato da Cristina Lo Cascio, è composto da una serie di filastrocche in cui un bambino si rivolge al proprio papà, condividendo esperienze, desideri e timori. Queste storie, semplici ma toccanti, accompagnano genitori e figli in un percorso di crescita che non ha una fine definita. Pellai sottolinea l’importanza della tenerezza nel rapporto padre-figlio, un sentimento spesso trascurato, ma fondamentale per la costruzione di legami affettivi solidi.
L’autore spiega che la transizione da uomo a padre è un momento cruciale, in cui il legame con il figlio diventa centrale. “È il bambino a far nascere il padre”, afferma Pellai, evidenziando come la paternità richieda un’apertura emotiva che molti uomini temono. La tenerezza viene spesso vista come una debolezza, ma in realtà è un elemento essenziale per il benessere del bambino e per la salute del rapporto familiare.
La tenerezza e il ruolo del padre
Pellai discute l’idea che la tenerezza paterna sia spesso relegata a una dimensione religiosa, dove il Dio padre è visto come amorevole, in contrasto con un Dio giudice. Il libro esplora come i padri possano esprimere la loro affettività, affrontando le difficoltà legate agli stereotipi di mascolinità. “L’uomo tutto d’un pezzo non cede alla tenerezza”, afferma l’autore, sottolineando che questo non solo limita la comunicazione tra i padri, ma influisce anche sulla loro capacità di stabilire legami significativi con i figli.
Pellai evidenzia come la partecipazione attiva dei padri nella cura dei figli venga spesso etichettata con termini come “mammo”, il che implica una certa eccezionalità nel loro comportamento. Questo non fa altro che perpetuare l’idea che la cura sia un compito esclusivo delle madri. “I papà devono sentirsi liberi di usare il loro codice paterno per esprimere affetto e responsabilità”, afferma il terapeuta, evidenziando l’importanza di un cambiamento culturale che riconosca il ruolo attivo dei padri.
Il cambiamento culturale e le paure dei genitori
Secondo Pellai, il cambiamento nella percezione della paternità è iniziato con il femminismo negli anni ’70 e ’80, quando i padri hanno cominciato a prendersi cura dei bambini in modi che le generazioni precedenti non avevano mai fatto. Oggi, il dibattito si è evoluto, spostandosi dall’idea di doveri a quella di desideri e importanza. I gesti di cura paterna, oltre a costruire l’identità del bambino, giocano un ruolo cruciale nella prevenzione della violenza di genere, poiché insegnano ai bambini l’importanza della tenerezza e della cura.
Le ansie dei genitori moderni sono molteplici, con Pellai che identifica l’ansia da prestazione e l’ansia protettiva come le più diffuse. “Molti padri temono di non essere all’altezza”, osserva, aggiungendo che è fondamentale che i padri non assumano solo un ruolo protettivo, ma anche quello di facilitatori per l’uscita dei bambini nel mondo esterno. Questo equilibrio è essenziale per una crescita sana e per la formazione di un’identità forte e autonoma nei figli.