Con una maggiore consapevolezza, possiamo proteggere la nostra salute, garantendo un uso più sicuro delle lavastoviglie
Negli ultimi anni, l’uso delle lavastoviglie è diventato sempre più comune nelle nostre case e nei ristoranti. Se da un lato questo elettrodomestico ci offre comodità e risparmio di tempo, dall’altro lato nasconde insidie che possono compromettere la salute, in particolare quella intestinale.
Uno studio recente condotto dallo Swiss Institute of Allergy and Asthma Research (SIAF) ha messo in luce un aspetto preoccupante legato ai prodotti utilizzati nelle lavastoviglie commerciali. Questi prodotti, se non risciacquati adeguatamente, possono lasciare residui nocivi sulle stoviglie, che inevitabilmente finiscono nel nostro cibo.
Attenzione a come carichi la lavastoviglie
Un ciclo tipico di lavaggio in una lavastoviglie commerciale si compone di due fasi principali. La prima fase prevede il lavaggio vero e proprio con acqua calda e detersivo, mentre la seconda consiste nell’applicazione del brillantante. Questi brillantanti sono progettati per rendere le stoviglie brillanti e privi di aloni, ma il loro utilizzo può rivelarsi problematico.
Nei ristoranti e in altre strutture di ristorazione, le lavastoviglie sono progettate per essere estremamente veloci ed efficienti, riducendo al minimo i tempi di lavaggio. Tuttavia, questa rapidità può compromettere l’efficacia del risciacquo finale, lasciando così residui chimici sulle stoviglie. Cezmi Akdis, direttore del SIAF, avverte che questi residui possono facilmente entrare nel tratto gastrointestinale durante il consumo di cibo servito su piatti lavati in modo inadeguato.
Il principale colpevole dietro i potenziali danni alla salute è l’alcol etossilato, una sostanza chimica presente nella maggior parte dei brillantanti commerciali. Questo composto ha dimostrato, attraverso studi di laboratorio, di avere effetti devastanti sulle cellule epiteliali intestinali. Gli esperimenti condotti dai ricercatori hanno mostrato che:
- Alte concentrazioni di alcol etossilato possono portare alla morte delle cellule epiteliali.
- Anche a basse dosi, queste sostanze possono aumentare la permeabilità delle cellule, compromettendo la barriera protettiva dell’intestino.
- Viene attivata una risposta infiammatoria, con conseguenze potenzialmente gravi per la salute.
La compromissione della barriera intestinale è stata collegata a una serie di malattie croniche, tra cui allergie alimentari, gastriti, obesità e persino disturbi neurologici come la sclerosi multipla e l’Alzheimer. Questi risultati evidenziano un legame diretto tra l’esposizione a sostanze chimiche e il danneggiamento delle barriere naturali del corpo, aprendo la strada a patologie sistemiche.
Di fronte a tali evidenze, è fondamentale prendere in considerazione soluzioni pratiche. Alcune delle misure che potrebbero essere adottate includono:
- Introduzione di cicli di risciacquo aggiuntivi: Le lavastoviglie commerciali potrebbero essere dotate di cicli di risciacquo extra per garantire che i residui di brillantante vengano completamente eliminati.
- Sviluppo di brillantanti meno aggressivi: È possibile progettare brillantanti privi di alcol etossilati e altre sostanze chimiche nocive, per ridurre i rischi per la salute.
- Incremento dei controlli: Maggiore attenzione potrebbe essere rivolta ai controlli sui residui chimici presenti sulle stoviglie, per garantire che i consumatori non siano esposti a sostanze dannose.
Per quanto riguarda le lavastoviglie domestiche, la situazione è leggermente diversa. Questi elettrodomestici tendono ad avere cicli di risciacquo più lunghi rispetto a quelli commerciali, riuscendo a rimuovere una maggiore quantità di residui chimici. Tuttavia, per garantire lavaggi più sicuri sia per la salute che per l’ambiente, è sempre consigliabile optare per detersivi e brillantanti ecologici.
In aggiunta, gli utenti delle lavastoviglie domestiche dovrebbero considerare di attivare un ciclo di extra risciacquo quando possibile. Questo semplice passaggio può fare una grande differenza, contribuendo a ridurre i rischi associati ai residui chimici.
