Il dibattito sulla qualità dell’olio extravergine d’oliva è sempre aperto. Ecco cosa si deve leggere sull’etichetta per stare più sicuri
L’olio d’oliva è un elemento cardine della dieta mediterranea e un simbolo della tradizione culinaria italiana. Tuttavia, l’aumento dei prezzi negli ultimi anni ha spinto molti a cercare alternative più economiche. Con il prezzo dell’olio extravergine d’oliva italiano che ha raggiunto una media di circa 10 euro al litro, la tentazione di optare per altre tipologie di oli è forte, specialmente quando si può risparmiare qualche euro al litro.
La qualità dell’olio extravergine d’oliva è strettamente legata all’origine delle olive e al processo di produzione. In Italia, la produzione di olio è considerata un’arte: le olive vengono raccolte con cura e il processo di spremitura avviene in frantoi che seguono standard elevati per garantire un prodotto di eccellenza. Tuttavia, l’olio extravergine d’oliva non è un’esclusiva italiana. Paesi come la Spagna, la Grecia e il Portogallo sono anch’essi grandi produttori, e spesso le loro tecniche di produzione sono altrettanto avanzate.
Uno degli aspetti principali che rassicura i consumatori è il rigido controllo della qualità imposto dall’Unione Europea. Il Regolamento 2022/2104 stabilisce criteri uniformi per la qualità e la sicurezza dell’olio d’oliva, indipendentemente dal paese d’origine. Questo significa che un olio etichettato come “extravergine” deve rispettare gli stessi standard minimi di qualità sia che provenga dall’Italia, dalla Spagna o da una miscela di oli di diversi Paesi membri. Inoltre, ogni Stato membro è obbligato a condurre controlli annuali per verificare la conformità dell’etichettatura e dell’imballaggio alle normative vigenti.
L’importanza dell’etichettatura
È importante notare che, anche se l’etichetta non specifica dettagliatamente la percentuale di oli provenienti da diversi Paesi, ciò non compromette necessariamente la qualità del prodotto. La Spagna, pur essendo il maggior produttore mondiale di olio d’oliva, offre spesso un prodotto di ottima qualità. La Grecia e il Portogallo, seppur meno noti, contribuiscono anch’essi con oli di pregio, grazie a condizioni climatiche favorevoli e a tradizioni consolidate nella coltivazione dell’olivo.
La scelta di acquistare un olio extravergine d’oliva non 100% italiano è quindi più una questione di preferenze personali e disponibilità economica. Per chi cerca l’eccellenza assoluta, l’olio italiano rimane un punto di riferimento, ma per chi desidera un prodotto di qualità a un prezzo più accessibile, le miscele europee rappresentano una valida alternativa. È fondamentale non cadere nel pregiudizio che solo l’olio italiano possa essere di alta qualità; molte produzioni europee si distinguono per l’elevato standard qualitativo e offrono un’esperienza gustativa altrettanto soddisfacente.
I consumatori italiani, tradizionalmente legati alle produzioni locali, stanno gradualmente aprendo le loro dispense a prodotti europei, incoraggiati da un mercato sempre più globalizzato che offre un ampio ventaglio di scelte. Questa apertura non solo contribuisce a ridurre la spesa familiare, ma permette anche di scoprire nuove sfumature di sapore e aroma che arricchiscono la tradizione culinaria. L’importante è saper leggere le etichette e conoscere i regolamenti che garantiscono la qualità e la sicurezza del prodotto, per fare una scelta consapevole e informata.