Una domanda da inoltrare al condominio. Ecco come iniziare a risparmiare velocemente, soprattutto in inverno
Come vedremo, è possibile effettuare questa procedura, ma il processo è soggetto a numerose condizioni e potenziali ostacoli, che richiedono un’attenta considerazione e, in molti casi, un dialogo aperto con gli altri condomini e l’amministratore. Solo così si può garantire che tutto il processo avvenga in modo equo e rispettoso dei diritti e delle esigenze di tutti gli abitanti del condominio.
Non è solo una questione tecnica ed economica, ma anche legale e sociale. Richiede una valutazione attenta delle normative vigenti, delle implicazioni per la comunità condominiale e delle modalità di gestione delle eventuali controversie. Per evitare problemi e malintesi, è consigliabile che i condomini interessati consultino un esperto legale o un amministratore di condominio prima di intraprendere qualsiasi azione.
La richiesta da inoltrare al condominio
Con l’arrivo dell’inverno, molti proprietari di immobili in condominio valutano la possibilità di distaccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato. La motivazione principale è il desiderio di ridurre i costi associati ai consumi, che sono diventati sempre più elevati, e di ottenere una maggiore flessibilità nella gestione delle modalità e delle fasce orarie di accensione delle caldaie. Tuttavia, per procedere con il distacco, è necessario rispettare alcune condizioni specifiche previste dalla legge.
La riforma del condominio del 2012 ha introdotto la possibilità per i singoli condomini di dotarsi di un sistema di riscaldamento autonomo. Questa facoltà è disciplinata dall’articolo 1118 del codice civile, che stabilisce che il distacco è consentito solo se non comporta squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. Il condomino deve dimostrare che il suo distacco non avrà un impatto negativo sugli altri partecipanti al condominio.
La giurisprudenza, attraverso numerose sentenze della Corte di Cassazione, ha ulteriormente chiarito le condizioni necessarie per il distacco. Ad esempio, le sentenze n. 11815 del 2020 e n. 26185 del 2023 hanno stabilito che, se il distacco non provoca un aumento delle spese o un malfunzionamento del sistema centralizzato, esso è considerato legittimo. Tuttavia, il tema resta fonte di dibattito e controversie in ambito condominiale, specialmente per quanto riguarda la partecipazione alle spese di gestione del servizio da parte del condomino che si è distaccato.
Un altro aspetto controverso riguarda la presenza di clausole nei regolamenti condominiali che vietano il distacco dall’impianto centralizzato. Anche se tali clausole possono essere incluse in un regolamento di natura contrattuale, la loro validità è spesso messa in discussione. La giurisprudenza tende a privilegiare il diritto del singolo condomino di autogestirsi, purché il distacco non arrechi danno agli altri.
Quando si tratta di spese di gestione, la questione diventa ancora più complessa. Anche se un condomino si distacca dall’impianto centralizzato, potrebbe dover continuare a contribuire alle spese di manutenzione ordinaria dell’impianto comune. Questo perché, anche se non utilizzato, l’impianto centralizzato continua a rappresentare una parte comune del condominio, con tutte le implicazioni legali e finanziarie che questo comporta.