Nel corso dello studio, i partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al consumo di alcol Nel corso dello studio, i partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al consumo di alcol

Vino e Alzheimer, ecco qquando aumenta (di molto) il rischio: lo studio allarmante

Il consumo di alcol è un argomento sempre più rilevante nel campo della salute, non solo per i suoi effetti immediati.

Recenti studi hanno evidenziato una correlazione allarmante tra l’assunzione di alcol e il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer.

Una ricerca condotta dalla Facoltà di Medicina dell’Università di San Paolo in Brasile ha rivelato che il consumo di otto o più bicchieri di vino a settimana può aumentare significativamente il rischio di lesioni cerebrali e, di conseguenza, di demenza.

Effetti dell’alcol sul cervello

L’alcol, anche in quantità moderate, è stato associato a diversi danni cerebrali. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il consumo eccessivo di alcol può causare circa 60 malattie, colpendo non solo il sistema nervoso, ma anche l’apparato digerente e il sistema cardiovascolare. Uno studio dell’Università della Pennsylvania ha dimostrato che anche un consumo leggero di alcol può comportare una riduzione del volume cerebrale, un indicatore preoccupante per la salute cognitiva.

Il team di ricerca brasiliano ha analizzato le autopsie di 1.781 individui anziani, rivelando una chiara associazione tra il consumo di alcol e la presenza di lesioni cerebrali, in particolare grovigli di tau, considerati un biomarcatore chiave della malattia di Alzheimer. Questi grovigli compromettono le connessioni tra le cellule cerebrali, influenzando gravemente le funzioni cognitive.

Nel corso dello studio, i partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi in base al consumo di alcol: astemi, bevitori moderati (fino a 7 drink a settimana), bevitori accaniti (8 o più drink a settimana) e ex bevitori accaniti. I risultati hanno mostrato che il 40% degli astemi presentava lesioni cerebrali, una percentuale che saliva al 45% tra i bevitori moderati e al 44% tra i bevitori accaniti. Sorprendentemente, il 50% degli ex bevitori accaniti mostrava segni di lesioni cerebrali, evidenziando come il danno possa persistere anche dopo la cessazione del consumo di alcol.

Dopo aver escluso fattori confondenti come l’età, il fumo e l’attività fisica, i ricercatori hanno scoperto che i bevitori accaniti avevano un rischio aumentato del 133% di avere lesioni cerebrali rispetto agli astemi. Anche i bevitori moderati e gli ex bevitori accaniti presentavano un rischio maggiore, rispettivamente dell’89% e del 60%. Questi risultati sfidano la percezione comune che un consumo moderato di alcol possa essere innocuo o addirittura benefico.

Alberto Fernando Oliveira Justo, uno degli autori dello studio, ha sottolineato l'importanza di riconoscere il consumo eccessivo di alcol
Le implicazioni per la salute pubblica(www.altaformazionemusicale.it)

Alberto Fernando Oliveira Justo, uno degli autori dello studio, ha sottolineato l’importanza di riconoscere il consumo eccessivo di alcol come un grave problema di salute globale. “La nostra ricerca dimostra che un consumo eccessivo di alcol è dannoso per il cervello, portando a problemi di memoria e di pensiero”, ha affermato. Queste affermazioni sono supportate da dati che indicano che i bevitori accaniti tendono a morire in media 13 anni prima rispetto a coloro che non consumano alcol.

Un altro aspetto critico emerso dalla ricerca riguarda i grovigli di tau. I bevitori accaniti avevano il 41% di probabilità in più di sviluppare questi biomarcatori rispetto agli astemi, mentre gli ex bevitori accaniti avevano un rischio aumentato del 31%. Questo suggerisce che l’esposizione prolungata all’alcol può avere effetti duraturi sul cervello, anche dopo la cessazione del consumo.

Il gastroenterologo oncologo Renato Cannizzaro ha evidenziato che non esiste un livello di consumo di alcol privo di rischi. Ogni modalità di assunzione comporta un rischio, che aumenta con la quantità di alcol consumato. Le nuove linee guida italiane suggeriscono che il consumo a basso rischio si attesti su due unità alcoliche al giorno per gli uomini e una per le donne. Per le persone sopra i 65 anni, si consiglia di limitarsi a una unità alcolica al giorno, mentre per i giovani sotto i 18 anni si raccomanda di non consumare alcol affatto.

Queste evidenze scientifiche evidenziano l’importanza di una maggiore consapevolezza riguardo al consumo di alcol, sottolineando che, sebbene possa sembrare parte integrante della cultura sociale, i suoi effetti collaterali possono rivelarsi devastanti per la salute nel lungo periodo.

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