Lino Guanciale è profondamente cambiato dopo un’esperienza da attore che gli ha fatto vedere la vita con occhi diversi.
Si dice che l’attore abbia tante vite quanti sono i personaggi che porta in scena e, anche se questo non è vero alla lettera, di certo una professione del genere spinge a confrontarsi costantemente con modi di vivere e di pensare diversi dai propri.
Lo ha spiegato benissimo Lino Guanciale, attore ormai amatissimo dai telespettatori (e dalle spettatrici!) grazie a fiction televisive di grande successo come Il Commissario Ricciardi, ormai giunto alla sua terza stagione. Nonostante sia sempre estremamente impegnato sui set televisivi, però, Lino Guanciale è anche un apprezzatissimo attore di teatro ed è proprio il teatro ad avergli offerto le maggiori possibilità di aprire i propri orizzonti e di capire meglio il mondo circostante. Lo ha spiegato lo stesso attore nel corso di una lunga intervista al settimanale Oggi.
Se c’è una rivoluzione che le ultime generazioni di uomini hanno dovuto affrontare è il profondo cambiamento del ruolo maschile nella società. Oggi infatti l’ideale del maschio alfa e dell’uomo che non deve chiedere mai è sempre più in crisi. La società contemporanea sta (finalmente) insegnando ai maschi che hanno tutto il diritto di esprimere le proprie emozioni e soprattutto le proprie fragilità.
Lino Guanciale ha affrontato in maniera significativa questa rivoluzione grazie allo spettacolo Ho Paura Torero, che l’attore ha messo in scena nel corso della scorsa stagione teatrale.
“Questo spettacolo mi ha portato a mettere in discussione l’idea di maschile con cui sono cresciuto, anche se sono stato allevato in una famiglia progressista” ha spiegato l’attore, originario d Avezzano, in Abruzzo.
Il motivo per cui questo spettacolo ha toccato così profondamente l’attore è che Guanciale è stato chiamato per la prima volta a interpretare un personaggio transgender. “Ho interpretato la fata dell’angolo, quello che noi oggi definiamo un transgender ma che l’autore negli anni Ottanta chiamava travestito” ha spiegato l’attore.
Grazie a questa esperienza Lino Guanciale è arrivato a una consapevolezza molto importante, grazie alla quale probabilmente cambierà la sua intera visione del mondo. “Non esistono due sessi, ma ne esistono tanti quante persone esistono al mondo” ha dichiarato l’attore a Oggi, facendo proprio il pensiero del drammaturgo francese Bernard-Marie Koltes, autore dello spettacolo. Il drammaturgo morì di AIDS a soli 41 anni e il grande pubblico italiano lo conosce, anche se forse inconsapevolmente. Era stato scritto proprio da Koltes il “lamento del migrante” che Pierfrancesco Favino recitò sul palco dell’Ariston nel 2016.
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